Powered By Blogger

RASSEGNA DELLE GITE ESCURSIONISTICHE ORGANIZZATE DA SERGIO OLLIVIER

In questo sito ho raccolto le molte gite escursionistiche che in venticinque anni di attività come organizzatore di gite a piedi avevo allestito per il Club Alpino XXX Ottobre di Trieste e qualche altra associazione similare. Spero che possa essere di qualche utile suggerimento per chi ama andare a camminare alla scoperta di luoghi e sentieri che ancora non conosce.

3a - Escursione sul fronte della Grande Guerra

.
IL MONTE SABOTINO, IN TRAVERSATA DA PLAVA A SALCANO
.
Descrizione dell'escursione:
Ritrovo a Gorizia, piazzale della stazione ferroviaria.
Ore 9 Partenza con la corriera; entriamo in Slovenia attraversando l'ex valico di confine di sant'Andrea. La lunga dorsale del monte Santo, evidenziato dal grande santuario eretto sulla cima, chiude il nostro orizzonte visivo. Superata l'intricata viabilità della periferia di Nova Gorica, attraversiamo l'antico borgo di Salcano, dove è prevista la conclusione della traversata isontina. Ammirato il ponte in pietra della ferrovia Transalpina, il più grande d'Europa, ci inoltriamo nella valle dell'Isonzo. Il fiume, qui molto largo per effetto di una diga, scorre incassato fra gli erti fianchi dei monti Santo e Sabotino. Quando la valle si allarga, s'intravede sulla sponda opposta il nostro primo obiettivo: la bianca chiesetta di sant'Acazio. Attraversato l'Isonzo, una sosta presso la trattoria del paese di Plave (Plava) permette di gustare oltre al caffè e un tipico dolce isontino, anche la schietta ospitalità della famiglia che la gestisce. Per visitare la chiesetta bisogna continuare per 1 km. con una strada locale e con una breve camminata raggiungere il panoramico balcone sull'Isonzo dove sorge l'antica chiesa cimiteriale. Miracolosamente scampata alla rovina della prima Guerra Mondiale (Plava fu invece totalmente distrutta), è nota soprattutto per il ciclo di affreschi, databili al 1470, che decorano la sua bellissima abside gotica. Per ritornare a Plava, oltrepassate le poche case di Brilesse, si percorre la suggestiva ma non valorizzata riva del fiume Isonzo.
Ore 10.45 Partenza con la corriera da Plava: si risale per 6 km. con una comoda strada asfaltata, arrivando al paese di Vhovlije (Vercoglia), posto sulla sella che collega la vallata dell'Isonzo con l'amena zona del Goriska Brda, il Collio sloveno.
Ore 11 Inizio della traversata del monte Sabotino. Seguendo un sentiero segnalato, in 20 minuti si sfocia sulla "strada del Sabotino", una larga carrareccia di origine militare, percorribile con prudenza anche con l'automobile, che in 7 km. porta direttamente al rifugio posto poco sotto la vetta del Sabotino. Percorrerla a piedi sarebbe facile e rilassante, ma forse un po' monotono. E' perciò preferibile, giunti a un successivo bivio, prendere un'altra che tenendosi sull'alto di una dorsale attraversa grande radure erbose e ci fa pervenire ad una rinnovata "casa dei cacciatori", solitamente chiusa. Si prosegue ora nel bosco, seguendo il sentiero segnalato che ci conduce all'effettivo inizio del percorso di cresta del monte Sabotino. All'improvviso si apre una stupefacente veduta sulle alture che racchiudono la sinuosa valle dove scorre, 300 metri più sotto, il verde Isonzo. Questa straordinaria visione ci accompagnerà durante la nostra salita verso la vetta del Sabotino. Ci innalziamo, senza accentuata pendenza, seguendo a lungo la traccia segnalata che si tiene costantemente sul filo del crinale. Man mano che si procede, il percorso si fa sempre più aspro e accidentato, ma in sostanza mai difficile o pericoloso. Si arriva infine ad un grande piazzale dove troviamo il rifugio, una ex caserma militare, ora diventato un utilissimo punto di ristoro, molto frequentato da gitanti e turisti. Accanto c'è un'altra costruzione, affidata al club alpino di Dobrovo, che negli anni '30 era adibita a piccolo museo della "zona sacra" del Sabotino. Tutta la cresta è disseminata di trincee e postazioni, ma particolarmente interessante è la visita ad un complesso di gallerie collegate fra loro (opportuna la torcia) che si trovano nei pressi del rifugio.
Ore 13 Sosta per il pranzo al sacco. Partenza dal rifugio: bastano pochi minuti di facile salita per raggiungere la vetta del Sabotino, dalla quale si gode di un vasto panorama, comprendente la profonda valle dell'Isonzo, i rilievi collinari (con il santuario del monte Santo in grande evidenza) che circondano la piana goriziana e molte cime delle Alpi Giulie. Seguendo il sentiero segnalato che si tiene sul bordo della cresta, si procede zigzagando fra i numerosi cippi di confine, avendo la strana oppotunità di sconfinare ripetutamente tra l'Italia e la Slovenia. Questo magnifico percorso si esaurisce quando incontriamo i ruderi dell'importante eremo di San Valentino, abbattuto nel corso della Grande Guerra, risalente al 14° secolo che era composto dalla chiesa con il campanile, il convento e l'ospizio per il pellegrino. Visitata l'area, iniziamo la discesa verso Salcano: è la degna conclusione di un itinerario così vario; il sentiero segnalato, che si tiene sempre vicinissimo al confine, alterna tratti in traversata ad altri più ripidi e carsicamente accidentati. La vista sull'Isonzo e delle due Gorizie unite dalla natura e dall'abolizione del confine, continua ad essere affascinante. Arrivati alla "Strada Internazionale", frutto del superato accordo di Osimo, il segnavia ci propone una scorciatoia che consente di ultimare la discesa e, attraversato l'altissimo ponte sull'Isonzo, di raggiungere Salcano, dove ha termine la nostra grande traversata del monte Sabotino.
.
.
" Come scoprii il monte Sabotino " - - - tratto dal programma di una gita del 1995
Invogliato da un collega che abita a Gorizia ai piedi del monte Sabotino, una domenica mi reco ad una festa paesana. E' una bella giornata, piena di sole e di gente che incontrandosi fraternamente si saluta. Non conoscendo nessuno mi sento sperduto e cerco il collega fra la piccola folla che si sta radunando. Lo scorgo mentre, assieme al suo bimbo, sta piantando un'alberello dove una brutta strada ha ferito il monte. Un pò rinfrancato mi unisco al gruppo che si sta avviando. Dopo un'ora di discreta salita arrivo quella cresta di cui spesso lui mi aveva parlato. Lassù, al cospetto di un panorama che mi incanta, c'è un antico eremo che l'assurda furia dell'uomo ha ridotto a pochi miseri resti, sufficenti però per celebrare una messa all'aperto. Le persone ascoltano e pregano nella lingua che non ho mai imparato. Con sorpresa mi accorgo che anch'io, solitamente distratto da domeniche montane, riesco a mio modo a pregare con loro. Finita la messa si va su, tutti insieme, incuranti dei cippi che per tanto tempo hanno intimidito e diviso, lungo la facile cresta che ai due lati vertiginosamente sprofonda. Arrivati al punto più alto una sosta s'impone, perchè la vista è davvero stupenda: a destra c'è Gorizia, a sinistra l'Isonzo, dietro i quotidiani problemi, son tutti in fondo, oggi sono molto lontani. Proprio qui dove in passato si è tanto combattuto, ora dalla gente traspare la gioia di essere in pace in questo luogo ritrovato, un nuovo posto da poter amare. E' l'ora di scendere al paese, in programma c'è una spaghettata finale: accontentato lo spirito, anche lo stomaco reclama la sua parte. La giornata è passata in un baleno, è tardi, devo proprio andare. Congratulandomi per la festa riuscita, mi congedo dai miei nuovi amici: l'oste ospitale che per noi ha trascurato gli affari, l'esperto di vicende locali che mi ha travolto con le sue tante storie, il collega che forse da domani non sarà più solo tale. Ora che solo ritorno verso casa, istintivamente accendo la radio, ma la musica che in me suona più forte è l'intonata armonia che mi ha dato questa domenica trascorsa in modo semplice ma sereno, alla scoperta del monte Sabotino e della sua gente. Un giorno in sede ho il torto di parlarne agli altri: decidono che bisogna fare sul Sabotino una nostra gita ufficiale. Volentieri li assecondo, sperando che però poi ne restino delusi.Il programma è ormai definito, non mi sembra poi tanto male, eppure sento che manca ancora qualcosa. Ho trovato: ci vorrebbero pure i miei nuovi amici del Sabotino. Vincendo il timore di un rifiuto contatto l'oste, l'esperto, il collega, son contento che si dicono per noi disposti. Si cercherà di ricreare quell'atmosfera speciale che c'era nella loro festa paesana. Non sarà facile, ma val la pena di tentare. In fondo forse non ci vogliono tante cose: un bel monte per stare bene insieme, una spaghettata fra amici e della gente che alla fine, lasciandosi, fraternamente si saluta.

Nessun commento:

Posta un commento